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MOSTRA DI MOSCA anno 2006

L’ARTE ITALIANA DEL XX SECOLO ATTRAVERSO I GRANDI MARCHIGIANI

Alcune opere "Marchigiane" esposteL’Italia è stata, nel XX secolo uno dei Paesi che più hanno offerto contributi all’evoluzione dell’arte occidentale. Soprattutto nel secondo cinquantennio del secolo appena trascorso, con personalità rilevanti sia in ambito pittorico che scultoreo. La sorte ha voluto che una delle regioni meno estese e meno popolate della penisola, le Marche, (10mila chilometri quadrati con un milione e mezzo di abitanti) si sia distinta, per quantità e qualità, con Maestri che hanno messo a disposizione della ricerca artistica internazionale i loro eccezionali talenti creativi.
Situata al centro dell’Italia, tra la catena montuosa degli Appennini e il Mare Adriatico, nei secoli la regione Marche ha dato i natali a personalità importanti della storia e della cultura: dall’Imperatore di Svevia Federico II a Raffaello Sanzio, da Donato Bramante a Giacchino Rossini e Giacomo Leopardi, solo per citarne alcuni.

Questa situazione, iniziata fin dal Trecento, si è praticamente ripetuta in tutti i secoli successivi, fino a trovare nel XX secolo la sua più significativa manifestazione.

La mostra “L’Arte italiana del XX secolo attraverso i grandi marchigiani”, ideata e curata dal critico d’arte Armando Ginesi, prende avvio proprio da questa attenta considerazione ed offre al visitatore uno spaccato significativo dell’arte italiana dell’intero Novecento. Cento opere (tra dipinti, sculture, incisioni e video) di 35 grandi artisti, tutti accomunati dall’esser marchigiani d’origini o d’adozione. Sono, infatti, tre le categorie alle quali fanno riferimento gli artisti presenti in esposizione: i nati e residenti nelle Marche; gli emigrati (in maggioranza) e gli immigrati, che pur non essendo nati nelle Marche, in essa hanno trovato un terreno fertile con cui si sono facilmente identificati.

Gli artisti selezionati, testimoni altamente qualificati e rappresentativi dell’evoluzione artistica italiana, europea, a volte internazionale.

Le opere esposte raccontano un’epoca, coprono l’intero arco del XX secolo. Dal Liberty, rappresentato in mostra da Adolfo De Carolis, fino alle produzioni artistiche più innovative dell’Arte Elettronica, con tre video di Mario Sasso.

Passando per i grandi nomi dell’arte della Penisola e internazionale: l’espressionismo visionario, pregno di umori romantici e visionari di Scipione, o il particolare Espressionismo di Attilio Alfieri o le sperimentazioni formali di Corrado Cagli che tanto influirono su grandi artisti italiani, o il Futurismo carico di soluzioni fauve ed atteggiamenti dadaisti di Sante Monachesi.

Un cammino che comprende anche Anselmo Bucci, Luigi Bartolini, Arnoldo Ciarrocchi, Ivo Pannaggi, Alfio Castelli, Umberto Peschi, Orfeo Tamburi e Mario Tozzi.

E ancora Pericle Fazzini, definito da Ungaretti “scultore del vento”, o Quirini Ruggeri con i suoi richiami alla tradizione mesopotamica, egizia, estrusca e classica romana.

L’informale materico di Edgardo Mannucci, o le sculture ambientali del suo allievo Eliseo Mattiacci.

Dalla poesia pittorica di Osvaldo Licini, fino alle opere cosmiche di Walter Valentini.

Le performance concettuali di Gino De Dominicis, o le sculture di Giuseppe Uncini e Nanni Valentini, affascinati entrambi dalle terre, dai cementi, dai materiali primari.

I fratelli Giò e Arnaldo Pomodoro, le cui opere plastiche oggi sono ammirate in tutto il mondo. Poi Giuliano Vangi, Franco Giuli, Floriano Ippoliti, Fulvio Ligi, Gino Marotta e Loreno Sguanci, o Valeriano Trubbiani, scultore dall’immaginazione fervida.

Fino alla Transavanguardia di Enzo Cucchi e alle Pittura Colta di Bruno d’Arcevia e Ubaldo Bartolini.

Promossa dalla Regione Marche con la collaborazione del Comune di Ancona e dell’Associazione Marche Russia, la rassegna è stata inaugurata il 23 novembre scorso presso l’Accademia dell’Arte Russa di Mosca, riscuotendo, fin da subito, un enorme successo di pubblico e critica.

Rimarrà allestita fino al 13 febbraio 2007 per poi essere riproposta alla Mole Vanvitelliana di Ancona, dal 10 marzo al 6 maggio 2006.

Negli anni Cinquanta Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia scrisse: “L’Italia, nel suo insieme, è una specie di prisma nel quale sembrano riflessi tutti i paesaggi della terra, facendo atto di presenza in proporzioni moderate ed armonizzandosi l’un l’altro”.

“L’Italia con i suoi paesaggi è un distillato del mondo, Le Marche dell’Italia” sottolinea, nel testo critico del catalogo, il professor Armando Ginesi.

Riccardo Avenali

Alcune foto della mostra


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