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MONTEFORTINO (villa)

Questo villaggio è stato ed è tuttora famoso per i notevolissimi ritrovamenti archeologici, prevalentemente gallici, avvenuti in questa zona dalla fine del XIX sec. La località accolse infatti un consistente insediamento di Galli Senoni documentato da un sepolcreto composto da 47 complessi tombali databili dal IV al II sec. a.C.

Prima del loro arrivo, però, in località Pianetti di Montefortino, presso una fonte sorgiva, è ugualmente documentato, con reperti di indubbio interesse, un santuario che ebbe una lunga frequentazione, dal V sec. a.C. al I-II secolo d.C.

Nel Medioevo, ed in particolare nel corso del XII sec., fu edificato qui l’abitato fortificato di Montefortino per opera di alcuni signori laici che però agli inizi del 1200 lo abbandonarono per entrare a far parte della comunanza con Rocca Contrada.

Sul castellare aveva diritti di dominio anche il vescovo di Senigallia, infatti lo troviamo elencato tra le sue proprietà nella bolla di Onorio III del 1223.

Montefortino, pur ridotto a villaggio dopo l’abbandono dei suoi signori, ha dato il nome ad uno dei sesti in cui fu diviso il territorio arceviese, la cui prima menzione risale al 1275.

Sopra Montefortino era sita la chiesa già pievenale di S. Giovanni de Cavis, documentata la prima volta nel 1223, ma certamente più antica, ed identificabile con la più recente S. Giovanni Battista, che fu officiata sino agli inizi del XX sec., oggi non più esistente. Tra le sue chiese dipendenti erano S. Apollinare, S. Salvatore de turre, S. Giorgio. Con il venir meno del castello di Montefortino, ridotto a villaggio, anche la pieve di S. Giovanni perse lentamente le sue prerogative, che agli inizi del 1300 furono trasferite con l’amministrazione delle chiese dipendenti all’abbazia di S. Ginesio.

L’antica chiesa di Santa Apollinare, oggi non più esistente, era posta tra Palazzo e Montefortino. Menzionata nel 1231 e nel pagamento delle decime papali del 1290, fu parrocchia dal XIV sec. a seguito della decadenza della pieve di S. Giovanni. Agli inizi degli anni Settanta del XX sec. la parrocchia fu trasferita nella nuova chiesa di S. Apollinare costruita ai margini dell’abitato in forme moderne. La vecchia chiesa, sconsacrata, fu venduta ed inglobata in una abitazione privata.

Sull’altare maggiore della nuova chiesa è posta la tela con la Crocifissione tra la Vergine e S. Apollinare. Il quadro, senza alcuna segnatura visibile, è stato attribuito ad E. Ramazzani, ma sarebbe da assegnare piuttosto alla sua bottega.

La chiesa di San Salvatore de turre, ancora esistente in contrada Torre, era originariamente dipendente dalla pieve di S. Giovanni de cavis.
Per questa chiesa, menzionata la prima volta nel pagamento delle decime papali del 1290, E. Ramazzani dipinse e firmò nel 1573 la tela di Cristo Salvatore (177 x 109 cm.), con sullo sfondo l’abitato con torre e ponte, conservata in S. Medardo.

Tra le chiese antiche tuttora esistenti va ricordata quella dedicata a S. Giorgio, sita sul versante del monte Faeto sopra Montefortino. Menzionata la prima volta nel 1231, fu sottoposta prima alla pieve di S. Giovanni de cavis, quindi all’abbazia di S. Ginesio.


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