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MAGNADORSA (villa)

Questa località è menzionata “villa de Serra Madii de Urso”, forse dal nome di un suo proprietario di origine longobarda, tra i possedimenti dell’abbazia benedettina di S. Elena sull’Esino nel privilegio di Innocenzo III del 1199. Sottomessa a Rocca Contrada nel corso del XIII sec., ne seguì le vicende storiche.

Durante l’assedio di Rocca Contrada del 1413 passò sotto il controllo delle milizie malatestiane che presidiavano con quattro fanti la sua torre “a doppia volta e solaio”. In quel frangente la località, ricordata come Serra Mangialorsi, non era abitata. Fu recuperata a Rocca Contrada da Braccio da Montone nella seconda metà del 1416.

La sua chiesa di Sant' Angelo, menzionata nel 1290 in occasione del pagamento delle decime papali, fu parrocchia, nel sesto Aprico, dal 1376 ad almeno il 1520. Nel 1628 il vescovo di Senigallia, Antonio Barberini, eresse di nuovo a parrocchia questa chiesa, forse da poco ricostruita, a beneficio degli abitanti delle ville di Magnadorsa e S. Lorenzo. Risulta da una lapide perduta, ricordata dall’Abbondanzieri. Ricostruita ancora nel 1827 nelle forme odierne, su disegno dell’arch. F.M. Ciaraffoni di Fano, fu intitolata a S. Michele arcangelo.

Sull’altare maggiore la tela ottocentesca con S. Michele arcangelo che schiaccia il demonio, replica dal Reni, di ambito locale.

Si segnalano anche i dipinti della Madonna con Bambino ed adorante (sec. XVII) e della Madonna,Bambino, angeli e santo cappuccino intercedente per le anime del purgatorio (1612), di influenza baroccesca.


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