Comune di Arcevia

COMUNICATO STAMPA n°50/06

PARCO DELLO ZOLFO DELLE MARCHE

Insediata la Commissione

Purgatori: Nel dopoguerra la miniera di zolfo di Cabernardi, pur rappresentando un lavoro ingrato, aveva consentito la creazione di un certo benessere economico nella zona.

Nei giorni scorsi presso la sala della Giunta della Provincia di Pesaro-Urbino, si è tenuta la riunione di insediamento della Commissione per redigere lo Statuto ed il Regolamento di Contabilità ed Amministrazione del costituendo “Consorzio del Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche”, nominata dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio.

Si è così venuta a sbloccare una situazione che ha visto i primi passi legislativi, per la costituzione del Parco, nel 2001, e si sono finalmente create le condizioni per dar vita in tempi brevi (la commissione ha 180 gg di tempo per concludere i suoi lavori) all’Ente di natura pubblica gestore del tanto desiderato “Parco dello zolfo delle Marche” le cui valenze storiche archeologiche scientifiche e culturali ne sono l’essenza.

La Commissione, composta da quindici componenti, costituita dai rappresentanti designati dal Ministero dell’Ambiente e dei Beni culturali, dalla Regione Marche, dalle province di Pesaro ed Ancona dalle università marchigiane, dalle tre comunità montane: Esino-Frasassi, Catria-Nerone, Alta Valmarecchia e dai sei comuni di Arcevia, Novafeltria, Pergola, Sassoferrato, Sant’Agata Feltria e Talamello, in cui risiedono i territori i siti ed i beni del Parco.

“E’ volontà della commissione” afferma il Sindaco di Arcevia Silvio Purgatori, componente della commissione” tener fede al mandato ricevuto, onorarne l’impegno assunto nei tempi stabiliti creando le premesse perché il 2007 sia l’anno in cui l’operatività del parco decolli e possa finalmente utilizzare le risorse finanziarie (tre miliardi delle vecchie lire) messe a suo tempo a disposizione con la legge istitutiva. Nel dopoguerra la miniera di zolfo di Cabernardi, pur rappresentando un lavoro ingrato, aveva consentito la creazione di un certo benessere economico nella zona, arrivando a dar lavoro ad oltre 1.700 minatori. Dopo la chiusura della miniera, vi fu un impoverimento dell’economia locale e la ripresa del processo migratorio verso altre regioni italiane e verso le miniere del Belgio. I minatori occupanti persero la loro battaglia e vennero licenziati ma con la loro storia ci hanno insegnato che si può anche perdere ma bisogna lottare per le cose a cui si tiene, senza vendere la propria dignità. Il Comune di Arcevia è stato inserito per i suoi sentieri di accesso alla miniera di Cabernardi, da Palazzo, da Caudino, da Costa, da S.Stefano e da Civitalba, che i minatori percorrevano giornalmente per raggiungere il sito minerario”.

Arcevia, 14.11.2006


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