Braccio da Montone (1368-1424)

Ritrattto di Andrea Fortebracci soprannominato Braccio da Montone

Braccio da Montone, soprannome di Andrea Fortebracci (Perugia 1368 - L'Aquila 1424), capitano di ventura.

Braccio da Montone a Roccacontrada

Il Cardinale Cosimo Migliorati da Sulmona, il 17 ottobre 1404 viene eletto Papa con il nome di Innocenzo VII.
Il nuovo Pontefice nel 1405 nomina suo nipote Ludovico che si era reso famoso per l’uccisione di undici delegati inviati dal popolo romano a trattare con Innocenzo VII, Vicario di Fermo, di Ascoli e Rettore della Marca. Alla sua morte però, Gregorio XII eletto nel Conclave del novembre 1406, scomunica Ludovico Migliorati e lo solleva da ogni incarico nella Marca.
Il Migliorati con l’aiuto di Ladislao, Re di Napoli, ostile a Gregorio XII si ribella e riconquista molte città. Nell’aprile 1407, insieme alla Compagnia di Agnolo Dal Foco Della Pergola, pone l’assedio a Roccacontrada.
"Havea costui Ludovico Migliorati intorno a 2000 cavalli, altrettanti fanti ed havea posto il campo alle radici non della Terra (Roccacontrada) lontano, la quale essendo posta in un altissimo monte, non poteva venire in potere dei nemici, se non si tiene per lungo tempo assediata.
Monumento a Fortebraccio Gli abitanti avendo già due mesi sopportato l’assedio, oppressi gravemente dalla fame e mancando di tutte le cose necessarie al vitto, volevano nondimeno sopportare tutti i pericoli della guerra che rendersi, onde fatto consiglio, ordinarono di mandare ambasciatori a Braccio, i quali dimostrandogli in quanto pericolo essi fossero, gli domandarono aiuto con qualunque condizione fosse proposta da lui e lo pregassero che con le sue genti, quanto prima potesse gli liberasse dall’assedio, promettendogli che ciò fatto si sarebbero dati in poter suo."
Braccio Fortebraccio dei Conti di Montone, cresciuto alla scuola del famoso condottiero Alberico Da Barbiano, in quel tempo stava organizzando una sua compagnia anche per vendicarsi de Perugini che avevano esiliato la sua famiglia e confiscato tutti i beni.
"Braccio avendo promesso di dar loro aiuto, disse agli Ambasciatori che stessero di buona voglia, in ciò che egli infra due o tre giorni, sarebbe andato a quella volta e che gli avrebbe del tutto liberati dall’assedio o almeno vi avrebbe messo genti dentro, vettovagliando la Terra. Il di da poi, inviò il campo verso la Marca ed essendosi avvicinato a sei miglia dalla Rocca, mandò innanzi uno che lungi dal campo dei nemici, per non conosciute strade passando, entrasse dentro la Terra e desse nuova agli assediati ch’egli (Braccio) era già con l’esercito venuto".
Subito gli furono aperte le porte e fu chiamato Signore.
QUESTO FU IL PRIMO FONDAMENTO DELLA SUA FUTURA GRANDEZZA ED IL PRIMO RIDOTTO DEL GRANDE IMPERIO CH’EGLI S’ACQUISTO’ POI.
Epigrafe a Braccio da Montone Non appena Ludovico Migliorati viene informato dell’arrivo della Compagnia di Braccio, fortemente preoccupato di non aver forze sufficienti per affrontare il temibile avversario in aperta battaglia campale, chiamati tutti i capitani nel suo accampamento, avendo fatto suo luogotenente Agnolo Dal Foco Della Pergola sopra tutte le terre e presidi dei soldati sui, se n’andò quasi fuggendo nell’ultima parte della Marca.
Restarono 1500 cavalli ed altrettanti fanti, ma Agnolo ancor che gli fosse indebolito l’esercito, fece pensiero o di scacciare per forza di battaglia lontano dai suoi confini il nemico, o di stancarlo col differire la guerra.
Rifurono violenti scontri lungo la valle attraversata dall’attuale strada provinciale 360 Arceviese, detta anche strada dei mulini, danneggiati da Ludovico e ricostruiti da Braccio ed anche Agnolo fu costretto a rifugiarsi nella Marca Fermana.
Questo successo si come alienò grandemente gli animi di tutti i vicini del Migliorati, così gli fece benevoli a Braccio.
Gianantonio Campano, letterato, vescovo, governatore di Todi, Foligno, Assisi, nel volume "De Vita e Gestis Bracci Perugini" così descrive l’assedio di Roccacontrada.
Braccio, detto Fortebraccio, dopo aver conquistato gran parte della Marca, ritornò a Roccacontrada dove trascorse tutto l’inverno.
Nel 1413 venne a liberare il Cardinale Orsini assediato da Carlo Malatesta da Fano. Era Podestà Fabrizio Signorelli da Perugia.
Nel 1416 riceve qui gli ambasciatori di Venezia e di Firenze venuti a trattare i rapporti difficili tra Braccio ed il Pontefice Martino V.
Nel 1420 Oddo, figlio di Braccio viene nominato Conte di Roccacontrada e la sua signoria continuò anche dopo la morte del padre avvenuta all’Aquila il 4 giugno 1424.

Alfiero Verdini